L’estate appena trascorsa è stata attraversata da moltissimi eventi popolari che hanno catturato l’attenzione del pubblico annoiato dal caldo e dalle vacanze più faticose della routine.
Durante l’estate un fenomeno pop si intreccia a un altro e si crea un multiverso di significati infinito.
Questo è il caso dell’ambizioso e riuscitissimo progetto ‘brat’ a cura della dj, produttrice e pop star inglese, Charli xcx, capace di catturare lo Zeitgeist e creare una vera e propria cultura condivisa dietro a un orribile tono di verde e titoli pixellati. Non sono mica casuali, sono fatti per attirare l’attenzione e creare dibattito, qualcosa di brutto, spiacevole che vende un tesoro prezioso al suo interno, un po’ come i pacchetti dei regali di Natale incartati male.
Qualcosa cambia in questa estate di ‘Espresso’ di Sabrina Carpenter, della ribalta di Chappel Roan, del featuring esplosivo tra Charli xcx e Billie Eilish, dell’Eras tour di Taylor Swift, le donne si prendono tutto lo spazio del pop e se lo meritano.
Ma quale fenomeno pop può considerarsi più ambizioso e atteso di ‘House of the Dragon’, da qui in poi HotD, la serie televisiva prequel del successo internazionale di Game of Thrones, GoT, targata HBO?
In questa estate confusa e conflittuale, due donne sono diventate il simbolo della ‘brat summer’ di Charli xcx, Alicent e Rhaenyra, le due protagoniste di HotD. La prima è certa che il suo tremendo primogenito sia stato nominato dal padre prima di spirare come legittimo successore, ma si sbaglia perché le farneticazioni del Re riguardavano tutt’altra profezia: Re Viserys ha sempre desiderato la figlia Rhaenyra sul trono. Proprio come il padre scavalcò molti decenni prima la legittima Rhaenys sul trono, Rhaenyra viene rinnegata dai fratelli e la sua amica appena vedova del padre. Una storia che possiamo leggere nelle grandi enciclopedie, donne in linea di successione mai prese in considerazione in quanto donne; viene da domandarsi se almeno tra di noi siamo capaci di fare gruppo.
Per Charli, il featuring con Lorde in ‘girl, so confusing’, apre le porte a una nuova forma di composizione di rime: Charli, indomita, forte, party girl e l’amica che tutti vorremmo avere per reagire alle delusioni della vita, decide di rivolgersi direttamente a lei, con onestà e insight nel loro rapporto amicale. La risposta di Lorde, una strofa intera in cui essenzialmente risponde a Charli e le spiega come sta, poiché da tempo lotta con il suo corpo e non riesce a piacersi. Lorde soffre di depressione e di ansia e non sogna neanche che Charli possa scrivere su di lei: è il contrario del cosiddetto dissing in musica. Qui non si fa a chi la spara più grossa o chi becca il lato più vulnerabile dell’avversario, qui si fa musica per spiegarsi, per capirsi e ricostruire i rapporti: quella sorellanza che cerchiamo e quasi mai riusciamo a realizzare.
Esattamente lo stesso desiderio di risoluzione e accettazione degli errori, dei passi falsi, superando tutto spiegandosi che Alicent e Rhaenyra non riescono a mettere in atto.
Entrambe cristallizzate nella loro ambra intrisa di obbligo e sacrificio, non hanno mai potuto sapere cosa fosse davvero la libertà di scelta. Sono giovani adulte totalmente impreparate ad affrontare un mondo più veloce, crudele e ingiusto di quanto potessero aspettarsi. Il più grande fallimento è non riuscire a conciliarsi, creando una crepa irreparabile tra le due fazioni.
Senza entrare nel merito della trama complessa che copre la seconda stagione, le due donne, ora trentenni e madri, nemiche sebbene una volta amiche e quasi sorelle, confidenti e solidali, si posizionano in modo opposto, incarnando due tipologie di donne differenti, così simili a tutte le donne che si sono rese protagoniste polarizzando se stesse e le loro prese di posizione.
Le Charli xcx, Rhaenyra, quelle che ‘quando entrano nel club vogliono ballare su un pezzo loro’. Coloro che il soffitto di cristallo vorrebbero farlo sfondare dal loro dragone infuriato.
La certificazione di Charli che Kamala Harris, la candidata democratica e Vice Presidente degli Stati Uniti che si scontrerà a novembre contro l'impresentabile Donald Trump, sia ‘brat’, questa ondata di libertà civile e d’espressione personale che sarebbe impossibile da immaginare nell’America dell’odio MAGA.
Questo nuovo mondo di voci femminili inesplorate viene pesamente messo sotto attacco da un altro universo che sembra esistere simultaneamente: quello delle Candace Owens, delle trad wife che spopolano su Tik Tok e che affermano valori arcaici patriarcali, decodificando il significato della ‘pick me girl’, la donna conservatrice che farebbe qualsiasi cosa per poter piacere agli uomini.
Queste sono le donne che lavorano alacremente per trasformarsi nella versione più accettabile per un uomo cis etero in un sistema etero-patriarcale. Il loro problema, che in questa seconda stagione vede Alicent raccogliere i magrissimi profitti dalle trame intessute contro Rhaenyra, l’ex amica libera e legittima erede al trono, qui in versione pacifica ma combattiva alla Alexandria Ocasio-Cortez. Alicent viene spodestata dai suoi figli e dal suo amante, le viene tolto l’arbitrio e la voce. Lo spettatore può assistere ad una meravigliosa scena in cui l’incredibile Olivia Cooke, Alicent, in silenzio esprime tutta la sua amarezza, conseguenza della consapevolezza di aver perduto tutto per niente, mentre Rhaenyra affronta i suoi morti e i suoi demoni, sola, impaurita ma comunque con il mondo sulle spalle e al comando.
Citando un'altra pietra miliare della narrazione femminile contemporanea, Fleabag di Phoebe Waller Bridge, nello splendido monologo affidato a Kristin Scott Thomas, noi donne nasciamo con il dolore dentro, contrariamente agli uomini che se lo vanno a cercare con le guerre, le baruffe ecc.. Allo stesso modo Rhaenyra e Alicent per colpa di malintesi, fraintendimenti e mille serpi che per loro tornaconto personale lavorano per manipolare entrambe, si ritrovano distrutte, sull’orlo di una guerra fratricida e insensata che è totalmente sfuggita dalle loro mani: le due si guardano, inevitabilmente, rimpiangendo le azioni passate, sognando la vita felice che sarebbe potuta essere.
Eppure non lo possono più realizzare, poiché, anche se loro fuggissero, la guerra e l’abisso sono ormai arrivati e le due devono muoversi come pedine su una scacchiera, ricoprendo appieno il ruolo appuntato a ciascuna.
Per chi ha già letto i libri di House of The Dragon, il finale è già noto… Chi non li ha letti dovrà attendere altri due anni per assistere finalmente alla grande guerra dei draghi e scoprirne gli esiti tragici e dolorosi.
Uno spettacolo che vorremmo davvero goderci solo in televisione, alle tre di notte di domenica in contemporanea con gli Stati Uniti, dove ci sono draghi e cavalieri con stupidi tagli di capelli e non vere barbarie dalle quali non sappiamo uscire.
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